Il Garante della protezione dei dati di Amburgo ha condannato il colosso svedese  della moda H&M per aver "spiato" i dati personali dei  dipendenti della filiale tedesca di Norimberga, registrando informazioni  relative a problematiche famigliari, di salute e credenze religiose. Secondo  la stampa locale, era almeno dal 2014, che l'azienda conservava e consultava  questi dati. H&M da parte sua ha ammesso le proprie colpe, scusandosi con  i dipendenti e dichiarando che esaminerà nel dettaglio quanto deciso  dall'Autorità. Già nel 2019 il gruppo immobiliare Deutsche Wohnen aveva  dovuto pagare 14,5 milioni di euro, e nello stesso anno, il gruppo di  telecomunicazioni 1&1 Drillisch, per lo stesso motivo, aveva pagato un  ammenda di 9,6 milioni di euro; mai nessuno aveva però raggiunto un importo  così elevato dopo l'entrata in vigore del GDPR.